Unesco offre al territorio la straordinaria possibilità di aprire i propri orizzonti
dallo Speciale de “Il Biellese” dedicato al Forum delle Città Creative
Franco Ferraris: «L’investimento in cultura è sempre il più sicuro pensando al futuro»
Franco Ferraris, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e promotore della candidatura di Biella tra le eccellenze Unesco, guarda al futuro della città e del territorio biellese, come ci racconta in questa intervista.
Presidente Ferraris, per accordo unanime la candidatura di Biella al network delle città creative Unesco è nata da una sua intuizione ed è stata portata avanti dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Biella sin dalle prime fasi, ce ne vuole parlare?
La candidatura è nata da un’intuizione avvenuta quasi per caso, mi trovavo infatti presso la sede dell’ACRI (l’associazione di categoria delle Fondazioni bancarie) a Roma quando ho avuto modo di partecipare a una riunione in cui si raccontava del ruolo delle Fondazioni a sostegno delle candidature Unesco. Ho subito capito che, in quel contesto, la nostra città aveva tutte la carte in regola per aspirare a candidarsi in virtù del suo saper fare e della sua creatività. Ho così coinvolto i funzionari della Fondazione per avviare il progetto che è nato con grande entusiasmo, abbiamo coinvolto la città di Biella e partner di portata internazionale come la Fondazione Pistoletto, che ha messo a disposizione il logo del Terzo Paradiso e la società di consulenza BIA e siamo partiti, il risultato è sotto gli occhi di tutti: dal 30 ottobre 2019 Biella è città creativa Unesco.
Un progetto di territorio e sul quale oggi Biella basa il proprio rilancio. Quali sono i valori che lo hanno ispirato?
Cultura, creatività, sostenibilità e inclusione: sono queste le parole-chiave alla base del dossier di candidatura che è stato pensato per intrecciare le traiettorie di sviluppo future del Biellese con i goal dell’agenda ONU 2030.
Sono obiettivi e valori universali che mettono al centro la salvaguardia del pianeta per le future generazioni e l’equità di accesso alle risorse in una logica di condivisione e collaborazione universale di cui l’epidemia covid ha mostrato drammaticamente l’urgenza.
Oggi infatti ci scopriamo tutti più fragili e più interconnessi e comprendiamo che non è più possibile arroccarsi in logiche di egoismo autoreferenziale.
Il nostro splendido territorio ha molte potenzialità, ma deve coltivare maggiormente la capacità di mettersi in rete, proprio per implementare lo sviluppo turistico e residenziale nel 2020 è nata la Fondazione BIellezza costituita da Gruppo Zegna, Gruppo Sella, Fondazione Cassa di Risparmio di Biella e Cittadellarte-Fondazione Pistoletto a cui hanno aderito oltre 30 tra aziende e enti territoriali uniti su progetti di grande respiro per potenziare l’attrattività del Biellese sull’asse Torino-Milano.
Sempre per creare reti su obiettivi comuni stiamo lavorando molto con l’Associazione Biella città creativa Unesco in cui la Fondazione esprime la Vice Presidenza e in cui convivono forze e istituzioni di varia natura che nel loro complesso possono azionare le leve per il cambiamento. Dobbiamo fare in modo che queste leve siano spinte tutte nella stessa direzione perché qualcosa cambi davvero.
Ha citato l’emergenza sanitaria, come ha influito sul percorso di Biella città creativa?
Purtroppo la crisi è avvenuta pochi mesi dopo l’ingresso di Biella nel network e ha impattato su tutte le città creative in misura maggiore o minore a seconda dello stato di avanzamento dei progetti del dossier di candidatura. Da questo punto di vista Biella ha avuto, paradossalmente, una sorta di vantaggio di posizione dal proprio recente ingresso perché ha potuto “rimodulare” il dossier adattandolo alle mutate esigenze e ai nuovi scenari.
Alcuni dei progetti già inseriti, come SkiLland, progetto per lo sviluppo del talento sostenuto da Fondazione, impresa sociale con i bambini e Banca Simetica e con ente attuatore il Consorzio il filo da tessere hanno sviluppato maggiormente una vocazione digitale che era già insita nella loro natura dimostrando tra l’altro sul campo la loro utilità.
La diffusione delle call on line ha permesso di intensificare i contatti con le città del mondo “sdoganando” un modello di comunicazione misto virtuale/reale che ha accelerato alcuni processi.
Oggi il Forum delle città creative e il Festival arcipelago sono a Biella grazie a un grandissimo sforzo collettivo del territorio e rappresentano un banco di prova importante per la tenuta del sistema e per le future direzioni di sviluppo, nella consapevolezza che lo status di città creativa è oggetto di revisione da parte di Unesco ogni quattro anni.
Ideali e pragmatismo: quanta distanza c’è tra Unesco e vita reale? Quali vantaggi concreti può portare alla città la nomina?
Unesco è una straordinaria occasione per il territorio di aprire i propri orizzonti, di confrontarsi con il mondo esterno, di riorientare le proprie politiche di sviluppo. Non è un processo facile, ma è la strada da cui dobbiamo passare per garantire alle future generazioni uno sviluppo sostenibile.
Siamo tutti coinvolti in questo processo che a volte può apparire troppo complesso o elitario e che in realtà tocca aspetti molto concreti del nostro vivere quotidiano: la qualità dell’ambiente naturale, dell’istruzione, della salute, dei servizi, il nostro rapporto con il resto del mondo, la nostra economia.
Oggi nel dossier Unesco di Biella ci sono progetti di grande concretezza e visione, che partono da luoghi strategici come ad esempio Città Studi, a riprova che l’investimento in cultura è sempre il più sicuro per il futuro: qui la Fondazione Cassa di Risparmio di Biella in collaborazione con il Consorzio il Filo da Tessere e l’impresa sociale “Con i bambini” darà vita a “Cascina Oremo”, polo per la formazione e lo sport inclusivo inserito nel complesso di Città Studi e a pochi passi dall’Accademia dello Sport della storica “Pietro Micca” e che proprio il 1° ottobre, grazie alla collaborazione dell’Amministrazione e degli uffici comunali che hanno seguito con competenza e celerità la complessa pratica, ha aperto il suo cantiere. Un momento simbolico all’interno del Forum Unesco e della Giornata europea delle Fondazioni, perché i simboli non sono solo forma, ma sostanza, e la Fondazione crede fortemente che il riconoscimento Unesco celebrato alla presenza delle città creative italiane e del mondo possa essere un “innesco” per progettualità territoriali di grande potenza e concretezza. Sta a noi crederci, ne abbiamo la capacità, dobbiamo trovare uniti la volontà e il coraggio per farlo nel segno Unesco.