In occasione della XXI edizione di Arte al Centro di una trasformazione sociale responsabile – che si svolgerà Domenica 13 ottobre 2019 alle ore 20.30 a Cittadellarte – Fondazione Pistoletto (Biella, via Serralunga 27) – sarà proiettato il film Il Patto della Montagna di Manuele Cecconello e Maurizio Pellegrini alla presenza dei registi e con la partecipazione della produttrice Elda Ferri, di Francesca Conti e Lorenzo Canova del team produttivo e di Gianni Rosas, Direttore Generale ILO Italia (per info consultare: http://www.cittadellarte.it/attivita/arte-al-centro-2019).
È stato inviato, in questo contesto, un messaggio di sostegno per la candidatura di Biella Città Creativa: “A nome del team produttivo del film “Il Patto della Montagna” (Maurizio Pellegrini, Francesca Conti, Elda Ferri, Lorenzo Canova) – dichiara il regista Manuele Cecconello – sono felice di sostenere la candidatura di Biella a Città Creativa UNESCO. La creatività è il primo anello di una catena virtuosa che ha come scopo la creazione di una cittadinanza attiva e consapevole. Il nostro film racconta dello straordinario primato del Biellese di radicare la qualità del prodotto tessile nella qualità delle relazioni produttive. Una storia di diritti, etica del lavoro, relazioni tra cittadini ancor prima che tra “datori di lavoro” e “dipendenti” che posero al centro della loro visione la parità salariale tra uomini e donne e la salvaguardia di un prodotto di eccellenza in tempi difficili come la Seconda guerra mondiale. Facciamo nostro, dunque, lo spirito di questa candidatura inteso come propulsione ad interpretare il presente forti delle esperienze del nobile passato industriale e sindacale biellese quale pionieristico laboratorio democratico per fondare un futuro dove questa vocazione produttiva sprigioni tutta la sua carica innovativa per contagiare la società verso il cambiamento”.
Il Patto della Montagna, firmato a Biella nel 1944 per stabilire la parità salariale tra uomo e donna, è il primo atto di questo genere in Europa.
Avviene durante la seconda guerra mondiale, a Biella, il più antico distretto tessile italiano, quando imprenditori, operai e partigiani si riunirono segretamente per firmare un accordo che di fatto anticipò di molto conquiste che divennero legge a fine anni ’60.
Dalle passerelle dell’alta moda di Milano un giovane stilista va a Biella per capire il perché dell’eccezionale qualità dei tessuti che usa nelle sue collezioni. Incontra i luoghi, i prodotti e i protagonisti, come Nino Cerruti e Argante. Il primo è lo stilista e imprenditore famoso nel mondo, figlio di chi firmò allora il patto; il secondo è il comandante partigiano testimone di ciò che avvenne.
I tessuti più fini al mondo sono ancora prodotti a Biella. Tutti gli stilisti internazionali comprano tessuti a Biella, dove sono nati marchi come Cerruti, Ermenegildo Zegna, Loro Piana, Barbera e molti altri.
Il senso del film è che la qualità dei prodotti è radicata nella qualità immateriale delle relazioni tra le persone, qualcosa che non si può delocalizzare facilmente. Una metafora per l’oggi che, in ben altra crisi, deve ritrovare il senso del futuro e del patto sociale.