Bellezza, sostenibilità e comfort: tre elementi alla base del successo della cultura tessile biellese nel mondo al quale si aggiunge la perfezione tecnica data dal diffuso “saper fare” del territorio: sono questi gli elementi su cui la città punta per l’ambiziosa candidatura a un posto nella rete internazionale Unesco Creative Cities, le città creative, nel settore Crafts & Folk Art, ovvero manifattura e arti popolari. L’annuncio ufficiale è stato dato giovedì 11 ottobre dal sindaco Marco Cavicchioli e dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella Franco Ferraris nel corso di un’inusuale conferenza stampa durante il viaggio di studio all’università di scienze gastronomiche di Pollenzo a cui la Fondazione ha affidato la redazione di un documento strategico preliminare per la valorizzazione dei saperi culturali e immateriali legati al tema della lana.
«Non è un caso che l’annuncio della candidatura Unesco sia avvenuto nel corso di un viaggio» ha spiegato Franco Ferraris. «Si tratta infatti dell’inizio di un percorso che porterà tutti i principali attori del territorio, che ringrazio per essere qui oggi, ad unirsi in un cammino comune che ci farà prima di tutto riscoprire le basi della nostra cultura e gli elementi dell’eccellenza del distretto come punti fondanti di un nuovo rinascimento biellese. Con grande convinzione dunque la Fondazione ha affidato a un partner di prim’ordine come l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo la redazione di un progetto preliminare e sosterrà le spese relative alla candidatura».
La visita all’Università pollentina è stata infatti organizzata dalla Fondazione per permettere ai rappresentanti del territorio e alla stampa di vedere sul campo lo straordinario risultato ottenuto da Carlo Petrini con l’applicazione del modello “buono, giusto, pulito” al cibo e dare pubblica illustrazione del “progetto lana” predisposto dall’Università di Pollenzo e illustrato dall’ex Rettore Piercarlo Grimaldi.
«La città di Biella ha aderito con convinzione e entusiasmo alla proposta della Fondazione di avanzare la propria candidatura alla rete Unesco» ha dichiarato il sindaco Marco Cavicchioli. «Credo infatti che oggi occorra guardare al futuro più che mai uniti e provare a immaginare nuovi scenari, anche ambiziosi, con la capacità di ripartire dalle nostre unicità». Ripartire dalla lana dunque, fibra nobile per eccellenza, per raccontare il saper fare di un territorio con un orizzonte nuovo e un obiettivo di medio-lungo termine più ampio che sappia declinare in chiave moderna e attrattiva non solo l’eccellenza industriale biellese, ma la bellezza e la vivibilità dell’intero sistema-Biella attraverso il racconto emozionale di temi forti. La candidatura Unesco si inserisce dunque in un più ampio progetto di territorio che punta a valorizzare la storia creativa del Biellese, la maestria e l’innovazione dell’universo tessile, nel circuito riservato alle eccellenze mondiali in vari settori della creatività“.
Carlo Piacenza, presidente dell’Unione Industriale Biellese, commenta: «Riuscire a valorizzare il patrimonio tessile biellese come la Langhe hanno saputo fare con l’eccellenza alimentare è un obiettivo importante per il territorio. Il nostro Distretto vanta una cultura d’impresa centenaria, unica nel suo genere, e un tessuto produttivo di valore, grazie al “saper fare” che lega il passato e il presente; è un distretto che ha sempre fatto della creatività la sua caratteristica peculiare. È dunque fondamentale raccontare tutto ciò che sta dietro un prodotto, una storia che rappresenta un prezioso valore aggiunto del nostro tessile».
La candidatura giunge dunque come un moto d’orgoglio in un momento di grande fermento per il Biellese le cui principali forze istituzionali sono più che mai unite per raggiungere risultati importanti che permettano di rilanciare il sistema uscendo dall’isolamento. Il cambio di prospettiva è prima di tutto culturale e spinge a vedere il Biellese da un punto di vista esterno e più ampio come un territorio attrattivo per qualità della vita e benessere al centro dell’asse Torino-Milano. In questo contesto anche realtà minori infatti possono trovare nuova linfa dialogando con i centri maggiori in termini di servizi e appeal culturale, punti sui quali il Biellese sta lavorando intensamente. «Con questo progetto la Fondazione e la città di Biella si danno un nuovo orizzonte» spiega il professor Pier Carlo Grimaldi che ha curato il “progetto lana”, «partendo dalle proprie radici immaginano insieme un nuovo futuro e compiono un percorso di memoria e consapevolezza collettiva, primo passo indispensabile per costruire la coscienza dell’unicità di un territorio».
Formalizzata la candidatura i tempi saranno molto stretti, infatti la proclamazione delle nuove città creative Unesco dovrebbe avvenire entro l’autunno 2019. Per questo si sta costituendo un gruppo di lavoro istituzionale che lavorerà alla stesura della candidatura che è stata affidata a Bia Srl, società di consulenza nel settore culturale che ha già curato diversi progetti simili tra cui la candidatura vincente della città di Alba.