Biella Città Creativa svela il documento ufficiale redatto dal direttore di Cittadellarte-Fondazione Pistoletto Paolo Naldini
CONCEPT del FESTIVAL della Sostenibilità e della Creatività
Già intorno alle prime fabbriche venivano costruite abitazioni, strade, infrastrutture, scuole, ospedali, chiese. Nascevano cosìi paesi e le città della lana.
Ma tra le industrie si estendevano i campi e i prati, i boschi e gli alpeggi.
In queste terre infatti si praticava intensamente l’agricoltura. Contemporaneamente, a fianco della produzione industriale molti intraprendevano una qualche forma di attività collegata alla fabbrica. Spesso svolgevano questa attività a casa. E in ogni caso, pur lavorando in fabbrica, operai e impiegati mantenevano un rapporto attivo con la campagna, dove coltivavano prodotti per la propria sussistenza e non solo. Così si assicuravano una certa autonomia e anche quando il lavoro diminuiva per mancanza delle commesse, l’agricoltura offriva un sostanziale aiuto.
Le conquiste dei diritti dei lavoratori poterono essere raggiunte qui prima che in molti altri luoghi: lo sciopero poteva durare più giorni, perché anche senza retribuzione una qualche resistenza si poteva esercitare.
Ma sopratutto questa coesistenza di industria e agricoltura ha permesso all’industria tessile biellese di vincere la competizione internazionale che dai primi anni del IXX secolo ha rappresentato per Paesi come il Regno Unito e la Francia, ciò che oggi la Cina rappresenta per noi.
Dunque, il Biellese è formato da isole – dove si sviluppa l’industria – unite dalla campagna e dalle valli e dalle montagne, fino alla prima pianura.
La stessa viticoltura era nel ‘700 e ‘800 molto diffusa nel Biellese: 4.000 ettari, contro i 271 di oggi. In tutto il Piemonte oggi sono poco più di 40.000 gli ettari di vigneto, quindi 250 anni fa il peso della produzione vinicola biellese doveva essere davvero importante.
Ma l’agricoltura non è solo vigneti e l’impresa non solo tessile. E l’acqua come elemento unificante accompagna lo sviluppodel biellese anche oltre le valli che accolgono l’industria tessile: la pianura si allaga con le sue risaie in uno specchio d’acqua stagionale che caratterizza l’economia e il paesaggio del territorio. E che ottiene l’unica DOP risicola italiana, con il Riso di Baraggia Biellese e Vercellese.
A differenza di quanto avvenuto nel Biellese, nel resto del mondo l’industrializzazione ha portato all’estremo l’urbanizzazione, e quindi allo spopolamento delle campagne.
Le persone, prima contadine, venivano inscatolate nelle metropoli industriali così come l’industria inscatolava i prodotti agricoli delle campagne per alimentare sempre più artificialmente gli abitanti delle città stesse. Scatole che oggi sono dormitori di cemento e tonnellate di imballaggi e scarti degradano il paesaggio.
La pandemia ha mostrato come il sovrappopolamento della concentrazione metropolitana sia un fattore di aggravamento dei rischi di sopravvivenza, oltre che ed è già evidente, di peggioramento della qualità della vita individuale e sociale.
Molti di coloro che hanno vissuto la pandemia fuori dalla città stanno ora considerando di trasferirsi nella campagna anche grazie alle tecnologie digitali di uso comunicativo e commerciale.
È oggi possibile praticare un progetto di sviluppo del territorio che, ispirandosi alle caratteristiche storiche del Biellese, declini il rapporto tra urbano e rurale in modi capaci di generare prosperità sostenibile.
Non si tratta più di pensare a cerchi concentrici, con la città al centro e la campagna intorno. Ma di pensare a città arcipelago dove la campagna contiene ed unisce i centri abitati, li accoglie in una matrice produttiva dove natura e tecnologia possono convivere in equilibrio sostenibile.
Già da alcuni anni Cittadellarte – con il progetto Terre AbbanDonate, il catasto e l’anagrafe solidali – insieme a una federazione di organizzazioni del territorio, sta recuperando le terre lasciate incolte tra le industrie, contribuendo a un rinnovamento in chiave contemporanea della vocazione del territorio come città arcipelago verde.
Il mare verde del Biellese unisce i centri urbani come il mare blu unisce le isole di un arcipelago.
Dal Biellese emerge un nuovo concetto di città non più imprigionata dentro le mura e sommersa in un mare di inquinamento, ma diffusa e distribuita nel mare verde della natura in campagna e in montagna, costellato di spettacolari realtà esemplari di come l’industria abbia rigenerato la natura con interventi profetici che vanno dall’Oasi Zegna al Tracciolino, al Parco della Burcina.
L’arcipelago verde è un progetto urbanistico di territorio che estende alla Provincia la vocazione del capoluogo, coniugando in una comune creazione l’industria e la natura.
Questa coniugazione è sancita dalla designazione Unesco con il simbolo del Terzo Paradiso che rappresenta esattamente la congiunzione creativa e armoniosa degli opposti regni naturale e artificiale.
Il successo della nomina di Biella come Città Creativa UNESCO si fonda innanzitutto su un patto di condivisione tra tutti i Comuni del biellese. Biella Città Arcipelago si rivolge agli stessi Comuni che hanno sottoscritto l’intesa UNESCO che, con la regia del capoluogo, possono costituire i nodi e le isole interconnesse nella rete di questo progetto territoriale attraverso, in primis, la cooperazione di tutti gli assessorati competenti per lo sviluppo sostenibile.
Dal punto di vista organizzativo e pratico, Biella Città Arcipelago è un laboratorio di pianificazione territoriale partecipata orientato alla prosperità e creatività sostenibili.
Come primo progetto questo laboratorio produce nel 2021 un (prototipo di) Festival della Creatività Sostenibile.
Durante il mese di Ottobre si sviluppa un programma di eventi articolato e denso.
Si apre con tra giorni di Forum delle Città Creative Unesco che porta il medesimo nome del Festival: Biella Città Arcipelago. Si esplorano i temi portanti della identità biellese in relazione agli assi della sostenibilità e della creatività e in dialogo con la rete delle città creative Unesco italiane e internazionali, con speaker di eccezione e testimonianze di alcuni dei campioni del territorio sulle loro attività in tema di sostenibilità e sui progetti presentati in sede di candidatura Unesco.
I temi sono: Tessile, Formazione, Acqua Turismo ed Enogastronomia, Montagna.
All’estremità opposta del mese, il 30 e 31 ottobre, il Festival vede la Rassegna Arte al Centro di una Trasformazione della Società in senso Responsabile con mostre, eventi e presentazioni tra cui centrale è la mostra “Biella Città Arcipelago. Creatività e Sostenibilità” che presenta una mappatura (a cura di un insieme di associazioni giovanili biellesi guidate da Cittadellarte) di 100 organizzazioni del territorio in relazione alle loro attività rispetto all’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, unitamente a installazioni artistiche e presentazioni della ricerca urbanistica e storica condotta in sinergia con la Fondazione BIellezza.
Il 31 ottobre, in chiusura, una festa evento musicale e creativo per celebrare l’anniversario della designazione Unesco.
Nell’arco del mese, poi, un fitto calendario di eventi tra cui Fatti ad Arte, Programma per i 120 anni Camera del Lavoro, Mostra Coco Marylin, Mostra il Viaggio Sostenibile, presentazione del libro – La Ragione nelle Mani – Stefano Boccalini, Lancio dell’Itinerario UNESCO Biellese e UNESCO DAY, Presentazione al Museo del Territorio di Laboratori sulla Moda Sostenibile e altri in corso di definizione.
Concept di Michelangelo Pistoletto, Paolo Naldini, Cittadellarte in collaborazione con il gruppo di lavoro dell’Associazione Biella Città Creativa.